Ci sono romanzi che ti parlano sin dalle prime parole che leggi, mentre sei in libreria e inizi a sfogliare un titolo che ti ha incuriosito. Si tratta di narrazioni che da subito capisci che riguardano la tua vita, che ti danno una prospettiva sul mondo, sulle cose, su te stesso e che ti permettono di progredire e dalla cui lettura tu puoi esclamare «Ecco chiari i passi che anch’io devo, voglio e posso fare».
Una sensazione, questa, che mi ha accompagnato sin da quando, da bambino, mia madre mi spronava a leggere e rileggere i romanzi che anche lei aveva letto da ragazza. Ora non sono più tra i miei preferiti però li ricorderò con affetto non solo per i ricordi così dolci e premurosi di mia madre ma anche perché sono stati i miei primi compagni. Mi hanno trasformato. Ed allora anche io oggi voglio indicarti tre romanzi che ti cambiano la vita.
Perché un attore, sia di teatro sia di cinema, dovrebbe dedicare tempo a studiare se stesso oltre il personaggio? La risposta si trova in una serie di opere che hanno definito l’arte della recitazione. Questi testi non sono solo manuali tecnici, ma veri e propri viaggi nell’anima dell’attore, che svelano come il processo di immedesimazione sia molto più di un semplice atto di memoria emotiva. Esploriamo come questi libri trasformano la recitazione da mera esecuzione a un’arte che respira vita
Come si può trasformare la semplice recitazione in pura magia sul palco o davanti alla camera? In questo articolo esploriamo tre libri imprescindibili per ogni attore, che rispondono proprio a questa domanda. Dal potere trasformativo dell’insegnamento di Ivana Chubbuck al metodo giocoso e profondo di Marta Gervasutti, fino ai consigli pratici e saggi di Michael Caine, queste letture sono vere e proprie chiavi per sbloccare il pieno potenziale artistico di ogni attore.
Sabato 23 aprile 2022 si celebra la Giornata Mondiale del Libro che, tra le altre cose, promuove la lettura. È una delle iniziative più belle e proficue dell’Unesco che l’ha istituita nel 1996. Ho deciso, perciò, da oggi 20 Aprile 2022 fino a sabato di parlare di una serie di libri su varie materie o luoghi che mi stanno a cuore. Cominciamo da questi ultimi o, meglio, dal posto in cui vivo, Oria, in provincia di Brindisi, cittadina del Nord Salento che, grazie ai suoi tremila anni di storia, di tesori ne ha tanti da conoscere e di ogni tipo. Oltre che meta turistica è oggetto di scavi archeologici e di numerosi studi.
Possiamo fare qualcosa per avere più 🤑 soldi? I più dicono che non bastano mai e che bisogna lavorare. Altri si rivolgono al superenalotto. Altri ancora cercano di giocare in borsa. Insomma, sembra che ognuno c’ha la ricetta in tasca. Tante strade sono infruttuose in realtà. Il fatto è che quando si vuole ottenere qualcosa bisogna rivolgersi agli esperti, quelli veri. Se vuoi fare il calciatore mica vai dalla commare di tua madre no? A meno ché non abbia avuto una grande carriera da calciatrice, intendiamoci. Ma di solito i suoi capolavori sono le orecchiette e le 🍩 ciambelle.
Se vuoi l’attenzione del tuo pubblico devi avere una buona storia da raccontare. Ma storia nel senso vero del termine. Non basta una foto e una musichetta e un video più o meno divertente da inserire su Facebook, Instagram TitkTok. Serve un buon viaggio dell’eroe con chiamata in causa, peripezie, protagonista e antagonista, anche se hai a disposizione solo pochi secondi. Per gli artisti, poi, questo è ancor più vero. Specie gli attori, per i narratori per eccellenza. Da loro pretendiamo, giustamente, qualcosa di più.
Ci vai mai a teatro? Che cos’è uno spettacolo teatrale per te? Per quali motivi vederne uno?
Uno spettacolo di qualità è uno degli eventi culturali e sociali più importanti per una comunità, grande o piccola che sia. Come tale, merita di essere rilanciato e valorizzato. Ci sono molte ragioni per cui vedere spettacoli teatrali. Io qui voglio darti sette buoni motivi per vedere uno spettacolo teatrale.
Di fronte al successo ci sono due atteggiamenti: da una parte chi lo desidera e cerca di averlo e dall’altra chi la rifiuta, persino, questa parola. È chiaro che i primi hanno delle possibilità mentre i secondi vivono una vita in cui, quasi di sicuro, non raggiungono grandi obiettivi. Di solito si guarda a grandi personaggi come Bill Gates, Elon Musk oppure a grandi attori come Robert De Niro, Al Pacino, oppure ancora a grandi sportivi come Valentino Rossi ed altri come persone che hanno ricevuto in dono un destino di successo. Si pensa che abbiano una grande fortuna e che le loro capacità siano innate e quindi irraggiungibili dai più. Chi si avvicina alla programmazione neuro-linguistica o chi, in modo più semplice, ascolta qualche coach sente parlare del cosiddetto “modeling”, cioè del comportarsi secondo un modello.
Quanti giorni ti restano da vivere? Chi ti assicura che non muori fra qualche anno o mese o giorno o fra cinque minuti? Scongiuri a parte, questo mi chiese una volta il coach americano di recitazione Bernard Hiller in un suo workshop. E ieri, primo Aprile 2022, mi è capitata una esperienza analoga. Al Wake Up Call di Alfio Bardolla, Giacomo Bruno, che lo ha aperto, ci ha fatto strappare da un metro gli anni vissuti finora. Poi ci ha fatto togliere gli anni fra gli 82 (età media ottimistica) e i 100 (ai quali pochi arrivano). Poi ci ha fatto togliere un certo numero di anni che passiamo dormendo. Risultato: a 48 anni non è che mi rimanga molto tempo…
L’esercizio del metro non h alcun valore di previsione, non è detto che morirò a 67 anni, può darsi che io lasci il mondo prima o dopo ma serve a far capire quanti anni effettivi di lucidità e di energia restano per far davvero quel che conta.
Mi sono detto, cazzo, questo è il momento di vivere. O ora o mai più! E questo lo so bene dal momento che ho visto morire mia madre e mio padre prima che diventassero anziani e mio fratello Mimmo nel 1997 quando aveva ancora venti anni! Poi più tardi ci è stato chiesto di scrivere la nostra bucket list, cioè la lista delle 101 cose da fare prima di morire. Del resto c’è proprio una specifica tecnica dei 101 desideri che Igor Sibaldi spiega bene. Allora ecco ciò che voglio realizzare io. Da questo momento in poi vivo solo per realizzare queste cose. Non ho più tempo per le stronzate! Spero di spuntare ad una ad una tutte le voci. Ci lavoro su ognuna ma senza assilli. Come insegna il mio mentore spirituale Deepak Chopra, ai dettagli ci pensa l’universo. Le intenzioni sono come i semi che si affidano alla buona terra.
Man mano che realizzerò questi desideri tornerò qui per aggiornarli barrandoli.
Se hai un cliente è bene che tu conosca tutto di lui e lo renderai la persona più soddisfatta e felice del mondo. Se ne hai diversi, tanti magari, com’è bene che sia, puoi ancora sapere tutto di loro e personalizzare al massimo grado possibile servizi e prodotti. Se sono così tanti che umanamente diventa impossibile ricordare nomi, età, luoghi e altri particolari usa le Buyer Personas: trasforma tutte le informazioni che hai di loro in profili ideali con tanto di nome e cognome di fantasia e stili di consumo e di vita. Chiediti ad esempio Mario Bottazzi (tanto per inventarmi un nome e non farci rime alla Pierino 😀 ) che cosa fa nella vita, se ha famiglia, come passa il tempo libero, che passioni ha. Non limitarti a ciò che compra o meno da te e se ne è soddisfatto o no. Queste info erano sufficienti cinquanta anni fa. Ora le persone che interagiscono con i brand sono molto evolute in termini di relazioni e interazioni. Se non hai compilato almeno fra i tre e i cinque profili diversi di Buyer Personas il modo migliore per farlo è attraverso un sondaggio. Prendi i dati che ne emergono e immagina queste persone, fanne una fotografia e tienila sempre davanti.