Il mondo del teatro è sempre stato in continua evoluzione e questo è stato possibile grazie all’innovazione e alla creatività di registi e produttori che cercano sempre di sorprendere e stupire il pubblico. Un nuovo modo di godersi uno spettacolo teatrale è il microteatro, un’esperienza unica che unisce la qualità della rappresentazione teatrale con la rapidità e la comodità della fruizione.
Immagine generata da Text To Image in Canva con l’input “Obiettivi 2023” e rielaborata.
Siamo appena entrati in un nuovo anno e questo rappresenta un’opportunità unica per fissare dei nuovi obiettivi e per iniziare a lavorare verso il nostro successo. Come attore, scrittore e content creator, ho diverse ambizioni e sono determinato a raggiungere i miei traguardi. Nel mio articolo di oggi ti parlerò dei miei obiettivi per il nuovo anno e t’inviterò a condividere questo viaggio con me.
Immagina generata da Text To Image in Canva con input “Attori che interpretano l’Amleto nel teatro elisabettiano del ‘600”.
Il teatro come rituale
Il teatro è una forma d’arte che ha radici antiche, che affondano nella storia dell’umanità. In origine, il teatro era un rito, una cerimonia sacra in cui gli attori interpretavano ruoli divini e umani, raccontando storie mitologiche o storiche, e in cui gli spettatori partecipavano attivamente, cantando, danzando e recitando insieme agli attori.
Il Natale quando arriva arriva, diceva Renato Pozzetto nella pubblicità del panettone Motta. A volte succede. però, che ci lasciamo sorprendere dal suo arrivo. All’improvviso ci si accorge che manca poco tempo e una qualche intenzione di organizzare un qualche evento per questa occasione sfuma. Anche perché si fanno i conti con il poco tempo a disposizione, con il budget il più delle volte insufficiente e da riorganizzare.
C’è una dimensione del teatro, un modo di sfruttarne lo spazio così tanto che i corpi e gli occhi di attori e spettatori si trovano a uno-due metri di distanza. Una modalità che si è affermata dal Medioevo in poi, che Dario Fo ha privilegiato ogni volta che ha potuto, e che oggi ha il suo naturale luogo di svolgimento negli spettacoli che gli attori fanno nei salotti di casa, a domicilio, presso l’abitazione del committente, di suoi familiari ed amici. È uno spazio di grande intimità nel quale chi assiste può vivere molto da vicino le emozioni e la magia del teatro. L’attore è quasi uno di casa. La sua performance trasforma i pochi metri quadrati di una stanza in un castello 🏰 in un campo di battaglia, in un 🏜 deserto, ecc. Potremmo definire questo tipo di evento come uno spettacolo in 4d.
Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio predicatelo sui tetti dice Gesù nel vangelo di Matteo. E i teatranti la loro voce la fanno sentire dai tetti, appunto, e dai balconi. Sono tanti gli artisti e i gruppi che hanno colonizzato questi spazi alla ricerca di nuovi modi per far incontrare attori e spettatori, complice la pandemia e la relativa gestione dei contatti tra le persone. Così Concita De Gregorio e Sandra Toffolatti a Roma hanno dato vita, ad esempio, a spettacoli sui tetti e nei cortili. E al Rione Sanità, a Napoli, invece i balconi popolari diventano teatri.
Sto parlando della cittadina in cui vivo, in provincia di Brindisi, che con i suoi colli derivati da dune preistoriche si erge sulla piana del Salento. Ma parlo anche dei suoi abitanti, gli oritani, che qualche volta si accorgono del loro immenso patrimonio e danno vita a rievocazioni storiche, fondano gruppi di sbandieratori, mettono in piedi associazioni che coniugano turismo, gastronomia, storia, archeologia e altro ancora. Le possibilità con il passare del tempo aumentano.
Una di queste alla quale sono interessato riguarda il racconto della città e del suo patrimonio attraverso il teatro. In parte ho già affrontato un po’ in generale l’argomento in due articoli. Nel primo ho posto la questione di come possiamo narrare il medioevo oggi. Nel secondo ho elencato luoghi, emozioni ed opportunità a cavallo fra teatro e turismo. Ho anche dedicato un articolo a come rappresentare pezzi di teatro in un paese come questo. Ora voglio indicare dieci possibilità per spettacoli teatrali, incursioni, animazioni specifiche in e per Oria e i suoi visitatori.
Il teatro, così come gli altri eventi dal vivo, torna ad essere popolato, frequentato dalle persone in questa fase di fine pandemia. C’è di nuovo voglia di stare insieme e lo si può fare senza, ormai, la paura del contagio.
Uno spettacolo di qualità è uno degli eventi culturali e sociali più importanti per una comunità, grande o piccola che sia. Come tale, merita di essere rilanciato e valorizzato. Ci sono molte ragioni per cui dovremmo tornare a vedere spettacoli teatrali, oltre al fatto che ora c’è di nuovo domanda.
A volte ci si incontra per strada mentre si sta andando da qualche parte e si scopre che si è diretti nello stesso posto e allora si fa un pezzo di strada insieme. In compagnia, in genere, si viaggia bene se quest’ultima è buona, è ovvio. Altre volte non si sa con esattezza dove andare e allora vedere che qualcuno si dirige deciso verso una meta dà l’ispirazione per muoversi nella stessa direzione, o quasi. E questo è importante soprattutto quando, per vari motivi, si è restati un po’ fermi, come è accaduto in questi due anni di covid per molti. Per queste ragioni voglio qui condividere qualche luogo fisico o in termini di percorsi che voglio intraprendere.
Sergio Rubini e l’ensemble Musica da Ripostiglio sul palco dello spettacolo Ristrutturazione a Francavilla Fontana il 31 Luglio 2021.
Ristrutturiamo le nostre case in questo periodo grazie all’ecobonus al 110%, per chi ha potuto usufruirne. Squadre di edili, idraulici, elettricisti ecc. sono all’opera per sistemare le facciate, cambiare gli infissi, mettere il cappotto termico ecc. Gli italiani escono dal lockdown e dalle zone gialle e rosse rimettendo a posto le loro dimore, pur nelle incertezze dovute al diffondersi della Variante Delta. Sergio Rubini e la sua compagna Carla Cavalluzzi proprio in quei mesi devono aver rimesso insieme alcune disavventure legate a lavori in casa, soprattutto con idraulici. E ne hanno fatto uno spettacolo dal titolo Ristrutturazione, nel quale, tra l’altro, si parla di architettura per bocca di un autore che è ne considerato il massimo teorizzatore: Vitruvio. Ma quel titolo può essere un manifesto di una collettività che sta ricostruendo se stessa sul passare dalla pandemia all’endemia, magari il prima possibile. E se gli artisti non sono stati considerati necessari al bene pubblico ora in questa febbrile opera di ricomposizione il loro essere superflui diventa la manifestazione stessa dell’umanità di noi tutti.