Lisa reclama la sua mamma e vive in Venezuela. È figlia di una mia amica che si trova in Colombia, invece, per lavoro. Insieme alla sorella e al fratello è stata affidata alla nonna che però è molto malata. Lisa, a sei anni, chiede alla madre di trovare un “remedio” per quella che chiama “mamàn”, dicendo nei suoi messaggi vocali che da un momento all’altro può morire. E chiede a sua mamma come farà per andare a scuola, dal momento che già ora quasi non ci sta andando.
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Quando il conto al ristorante diventa un racconto
Immagina questa scena: una montagna di polpette sulla tavola di una pizzeria, e io, seduto tra amici, inizio a contarle. La domanda scatta: “Perché conti le polpette?” La mia risposta: “Perché contare e raccontare sono un po’ la stessa cosa.” Ed è così che inizia un viaggio nel mondo dove il “conto” e il “racconto” si fondono in un’esperienza che coinvolge il palato e la mente.
Continua a leggereIl primo tour ai luoghi del cinema di Oria
Oria ha tremila anni di storia e si vedono tutti nei suoi tesori preistorici, messapici, ebraici, romani, ecc. I turisti ne restano sempre incantati. E tutto questo è stato al centro di tante iniziative. Ma c’è una storia molto più recente, che risale agli inizi del Novecento mai svelata a nessuno finora. E che sta per essere raccontata. Mi è venuta in mente pensando ai film che sono stati girati in paese. Ho, poi, chiacchierato con Gino Capone, sceneggiatore e scrittore, che nel frattempo sta per pubblicare il suo libro sulle gloriose sale cinematografiche, in cui racconta storie legate, tra l’latro, ad attori che hanno soggiornato per un certo periodo nel cuore della cittadina.
Continua a leggereIl tufo e il vento a Oria nel cuore di Gennaro
Hai mai pensato a come il tufo, una roccia particolare e porosa, possa raccontare una storia millenaria, o a come il vento possa essere oltre che un soffio naturale, anche uno strumento di progresso e innovazione? In questo articolo, ti porto in un breve viaggio, a conoscere un personaggio che ha saputo leggere la natura e trasformarla in qualcosa di straordinario. Ti ho trasmesso curiosità? Partiamo allora per il nostro percorso nel tempo tra tufo e vento, attraverso il racconto che ho presentato alla Notte del Museo a Palazzo Martini ad Oria, il 26 maggio 2023. Eccolo qui di seguito.
Continua a leggereIl libro di Ester per la Giornata della Memoria
Ogni anno ci sono innumerevoli iniziative, di ogni tipo, sulla Giornata della Memoria, ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio per commemorare le vittime dell’Olocausto. E voglio aggiungere anche io un approccio a tale anniversario in modo indiretto. Infatti ci sono due modalità con le quali si può guardare alle cose brutte del mondo. Da una parte, per esempio, c’è Roberto Saviano che ha scritto Gomorra, un romanzo che racconta la realtà nuda e cruda, potremmo dire, della camorra odierna. Il libro è nato dall’esperienza dello scrittore cresciuto a Casal di Principe, una città dominata dal clan dei casalesi. In tal senso si possono inserire le tante pubblicazioni e testimonianze sul genocidio degli Ebrei ma anche dei Rom, di Testimoni di Geova e altre minoranze da parte dei nazisti.
Continua a leggere10 modi in cui il teatro può animare la vita di un piccolo centro
In paese ci si conosce tutti. È questo l’adagio che di bocca in bocca si ripete perché rispecchia la realtà di un piccolo centro intorno ai mille o cinquemila o dieci o quindicimila abitanti, come nel caso di Oria, cittadina messapica che fa parte del mio destino di vita da tanti anni e che continuerà ad essere importante per me, anche se a breve dovessi trasferirmi altrove. In altri termini siamo di fronte ad una comunità, al netto delle divisioni più o meno apparenti e delle polemiche che a volte sorgono. Ci sono paesini in Toscana dove tutti gli abitanti o quasi si ritrovano in un grande spettacolo teatrale nel quale ognuno ha un ruolo o in scena o dietro le quinte. Il caso più noto è quello di Monticchiello, frazione del comune italiano di Pienza, nella provincia di Siena, dove da tanti anni gli abitanti hanno dato vita al Teatro Povero in cui il teatro popolare tradizionale toscano ha spazi e progetti anche durante tutto l’anno. È questo un modo straordinario per animare la vita di questo borgo, fare cultura attiva e dare un grande contributo al turismo.
Continua a leggereL’anno di Gigia
A piccoli passi e con il suo bastone in una mano, Luigi conduceva con l’altra Gigia, la scimmietta che da due anni a questa parte viveva con lui, dopo che era stata trovata moribonda in un fossato, saltata fuori forse da qualche circo di passaggio. Era piuttosto irrequieta e non poteva tenerla con sé in casa. Nella prima settimana aveva rotto il televisore, un candelabro, piatti e bicchieri. Così l’aveva sistemata in una grotta sul monte dietro casa, anche se faceva un po’ fatica a raggiungerla.
Continua a leggereI pattini di Giacomo
Pioviggina, le gocce toccano il suolo ed evaporano. C’è afa e il respiro è un po’ pesante. Maledetto scirocco pensava fra sé Bartolomeo mentre apriva il portone della chiesa come ogni giorno alle nove. Un’ora dopo, di solito, arrivava don Gino che gli diceva un po’ le cose da fare, come preparare la chiesa per qualche funerale al pomeriggio o matrimoni per l’indomani. Oppure c’era qualche stanza per il catechismo da pulire o magari c’era da andare a pagare qualche bolletta. Ci teneva il parroco a tenere aperta la chiesa al mattino, anche se non veniva mai nessuno, o quasi. Ma quel giorno di inizio Ottobre il meccanico del paese venne a raccomandare la sua anima al cielo.
Continua a leggereQuella volta che fui sequestrato dalle Brigate X
Mi sequestrarono e mi rapirono per diversi giorni. Avvenne il 14 Febbraio 2018. E pubblicarono la foto del mio rapimento con il giornale in mano, come facevano negli anni ’70 i sequestratori. Mi fecero tante domande alle quali risposi. Si firmarono come Brigate X e non ho mai capito chi fossero e perché mai volessero parlare proprio con me. Io cercai di parlare in franchezza con loro e di fare in modo che svelassero le ragioni del loro gesto ma ben poco trapelò.
Continua a leggereIl bambino re e la pubblicità
Domani porta un tuo disegno a scuola, riceverai un fantastico regalo! Strappai dalle mani del tizio il volantino all’uscita di scuola e prima ancora di fare i compiti mi misi a disegnare un bel re. Un re con la corona in testa, la spada, il mantello rosso e il castello sullo sfondo. Un re che cavalcava un bel cavallo bianco e che aveva la barba. Tutto bello colorato e che mi ricordava le figure del corteo con tanto di tamburi e bandiere del paese che mio padre filmava con la sua cinepresa in super 8. E che regnasse dall’alto del colle sopra la scuola dove vivevo. E che con la sua spada infilzasse ladri, assassini e criminali.
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