Talento, servizio e Dharma

Immagine realizzata dall’app Text To Image in Canva con l’input “Talento e servizio agli altri”.

Il talento fiorisce solo quando lo si mette a disposizione, solo nel servizio agli altri. In questo consiste l’estasi dell’artista o di chiunque altro abbia un dono. Quest’ultimo, poi, porta all’abbondanza nel momento in cui ci si dedica alle necessità del prossimo. Perciò la domanda che un attore, un pittore, uno scrittore o qualunque altro talentuoso è: che cosa offrire agli altri? Non che cosa c’è per me in questa parte, in quante scene compaio o robe simili. Si tratta di un seme che deve morire per portare frutto, come ci ricordano i Vangeli. Deve essere cioè seminato e vale a dire affidato alla buona terra. In tal modo diventa fecondo e porta tanti bei frutti. La missione qui diventa dunque l’offerta di se stessi all’umanità. Compito da svolgere con entusiasmo, perché in questo si trova il proprio Dio.

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L’afasia degli artisti

Di recente Bruce Willis ha dovuto ritirarsi dalle scene perché colpito da afasia. Anche le star del cinema e della televisione vengono colpiti da problemi al cervello, spesso dopo un ictus. Alla fine di settembre di quest’anno ci ha lasciato il comico Bruno Arena, del duo comico I Fichi d’India, che nel 2013 era stato colpito da un aneurisma. In quello stesso anno toccò anche all’attore Tim Curry. A luglio del 2022 anche Pippo Franco è stato colpito da un attacco ischemico. Altre star del cinema con la stessa sorte sono state Alain Delon e Sharon Stone.

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Il bambino re e la pubblicità

Domani porta un tuo disegno a scuola, riceverai un fantastico regalo! Strappai dalle mani del tizio il volantino all’uscita di scuola e prima ancora di fare i compiti mi misi a disegnare un bel re. Un re con la corona in testa, la spada, il mantello rosso e il castello sullo sfondo. Un re che cavalcava un bel cavallo bianco e che aveva la barba. Tutto bello colorato e che mi ricordava le figure del corteo con tanto di tamburi e bandiere del paese che mio padre filmava con la sua cinepresa in super 8. E che regnasse dall’alto del colle sopra la scuola dove vivevo. E che con la sua spada infilzasse ladri, assassini e criminali.

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Nel nome di Leonardo Vitale, artista della meraviglia

Leonardo all’opera negli anni ’90.

Leonardo Vitale è stato un artista salentino, nato a Ceglie Messapica (Br) nel 1952 e vissuto dall’età di ventuno anni in poi ad Oria (Br). Nella sua vita ha usato due strumenti: l’aerografo e i gessi. Con i primi ha realizzato scenografie per luna park, spettacoli viaggianti, trompe l’oeil, quadri e numerose personalizzazioni di caschi, moto, auto, ecc. È stato anche uno spray paint artist: realizzava paesaggi fantasy con le bombolette di vernice. Con i gessi è stato un madonnaro conosciuto in Puglia fin dal suo anno di esordio, il 1985. Non si possono contare le cittadine dove sull’asfalto ha dipinto i santi delle feste che si tengono un po’ ovunque. Suo malgrado, poi, è entrato nella cronaca a causa dell’aggressione, purtroppo per lui mortale, durante un tentativo di rapina il 4 ottobre 2021 a Lecce.

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Cosa si studia a scuola di recitazione

Foto di cottonbro.

Qualsiasi corso ha un programma prestabilito con indicazioni precise sulle materie oggetto di approfondimento. Cosa si studia a scuola di recitazione è dunque un insieme di elementi o di indicazioni che serve ad orientare chi vuole iscriversi. In due precedenti articoli abbiamo già visto che cos’è la recitazione e a cosa serve. In questo post cercheremo di capire in pratica cosa si fa, cosa avviene durante le lezioni.

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Che cos’è la recitazione: tre falsi miti su di essa

Prima di tutto è una brutta parola! Se vogliamo capire che cos’è la recitazione rendiamoci conto che di fronte a una persona falsa si è soliti dire che sta recitando una parte, che si vede che mente. Lo sapeva bene Thomas Milian, noto al pubblico italiano soprattutto per “Er Monnezza”. Pare che abbia affermato

Vengo dall’Actors Studio: io non recito, non inganno il pub­blico. Mi identifico nei perso­naggi. Oggi come allora vivo come loro, sono loro. Per que­sto Tor Marancia è ancora il mio quartiere preferito.

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Fare impresa con l’arte e la cultura

Foto di Arantxa Treva.

L’artista è spesso visto nell’immaginario collettivo come un dandy, un povero spiantato che non ricava da vivere dalla sua arte. Il più vasto campo della cultura è poi appannaggio delle grandi istituzioni, delle fondazioni, degli enti, ecc. O almeno così pare. Infine, salvo l’isola felice di Hollywood dove ci sono cachet fantasmagorici solo per gli attori di punta, anche chi decide di fare del cinema la sua arte sembrerebbe che si auto-condanna ad una vita difficile. L’arte pura si ritiene sia lontana da risvolti commerciali come accade per le band musicali che quando conoscono un successo maggiore dei primi tempi vengono tacciate di essersi svendute. Insomma, con la cultura non si mangia come avrebbe detto Giulio Tremonti anni addietro, anche se di recente ha smentito di aver affermato questo.

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La noia degli artisti

Foto di Andrea Piacquadio su Pexels.

A volte ti trovi davanti a un monitor come uno scrittore davanti a un foglio bianco quando sa che deve scrivere ma non ancora cosa. Perché poi il blocco dello scrittore è un cliché, in realtà quello scrive sempre lo stesso. Però può capitare per qualche istante che non sappia cosa raccontare in quel momento, da dove cominciare. Hai tante cose da dire ma non sai quale di queste far fluire. È come se tutte le idee volessero uscire tutte insieme e la porta s’intasa. Come un motore che s’ingolfa. L’eccesso di un momento ferma le cose. E allora ci sono dei momenti di silenzio. E in quei momenti, magari, torni al pensiero. Solo che i coach di oggi e i sapienti d’Oriente ti dicono di evitare di pensare. Tale è la disciplina che la mente in armonia con l’universo si allontana dai pensieri, che il più delle volte sono di separazione.

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Le tre dimensioni di una produzione artistica

Foto di Pixabay

Qualsiasi produzione culturale è bene che abbia tre dimensioni per essere completa e condivisa. Esse sono: gli scambi che essa genera, il piacere o divertimento o diletto di chi la genera e la interpreta e l’occupazione di tutte le figure che vi lavorano. Se ben calibrate permettono il successo e la piena soddisfazione economica. Esaminiamole tutt’e tre.

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Giornata mondiale del teatro 2022: perché e come celebrarla

Attore sul palco
Foto di Genaro Servín da Pexels.

Oggi si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale del Teatro. È un giorno per celebrare tutte le forme di teatro, in cui attori, registi, drammaturghi e tutti coloro che lavorano in teatro si riuniscono, nei luoghi fisici ma anche online, e condividono il loro lavoro. È un momento per ricordare l’arte del teatro e tutto ciò che ha da offrire. Il teatro è un potente strumento per la narrazione e l’espressione di sé e può essere utilizzato per promuovere il cambiamento sociale e i diritti umani. Può anche aiutare a riunire le persone e creare un senso di comunità.

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