Il Generation Film Fest e la formazione degli attori ad Oria

Se vuoi diventare un attore di successo, partecipa al prossimo workshop per attori con Giorgio Vignali, uno dei più grandi professionisti del cinema e della televisione. Si è appena concluso il terzo appuntamento e si sta preparando il quarto. Il workshop, organizzato dal Generation Film Fest, si terrà il 29 e 30 aprile 2023 ad Oria, e offre un’occasione unica per confrontarti con le tecniche e le conoscenze giuste da uno dei migliori nel settore.

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L’attore è un mezzo artista

L’attore è un mezzo artista, perché da una parte è un demiurgo che plasma la materia della scena e dall’altra è lui stesso materia che viene plasmata dal regista. Perciò lui propone una o più versioni del personaggio ma è il regista che ha la visione complessiva su di esso e sugli altri personaggi. Quindi l’attore fa metà dell’opera e per l’altra metà è lui il colore che deve lasciarsi stendere sulla tela. Per riuscirci al meglio deve avere grandi doti di flessibilità. I registi, infatti, amano soprattutto quegli attori che sono facili da dirigere, che si lasciano guidare senza frapporre ostacoli o rigidità. L’attore deve stare in un flusso creativo che innesta sul proprio filone le indicazioni che gli vengono dall’esterno.

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Il mio viaggio di crescita come attore: il workshop con Giorgio Vignali

Fai l’attore o ti piacerebbe farlo? Oggi voglio condividere con te la mia esperienza al Workshop per Attori con l’acting coach Giorgio Vignali, organizzato dal Generation Film Fest. Ne ho già parlato promuovendo il suo primo workshop e ho anche testimoniato un’esperienza in particolare fatta con lui. Ora voglio spiegare meglio perché frequentarlo. Come attore, ho sempre cercato di migliorare le mie competenze e sviluppare la mia carriera, e questo workshop è stata l’occasione perfetta per farlo.

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Raffaele che è morto “solo un momento”

Raffaele Trinchera. Foto di Renato Spina

Chi volge lo sguardo ad Oria da sud o da nord, ne nota il profilo che si distende su diversi monti, da Sant’Anna, o ancor prima, fino alla torre dell’acquedotto. Oggi quella linea che disegna le torri del castello, il vescovado, la cattedrale e altri edifici la chiamiamo skyline ed è il panorama urbano al confine con il cielo, una linea appunto, che con i suoi ghirigori si fa racconto, si fa poesia per la sua essenzialità. E quest’ultima richiede un aedo.

Cominciava così un articolo del Gennaio del 2020 nel mio vecchio blog, oggi non più visibile, che avevo dedicato ad un caro amico che è ora scomparso, il 3 Gennaio scorso. Sto parlando di Raffaele Trinchera che una voce più autorevole della mia come Annamaria Andriani ha definito “cantastorie sognatore, divulgatore di allegria e bellezza in questo mondo angosciato e triste”. In quel post ho avuto modo di approfondire un po’ le sue scelte artistiche. Infatti proseguivo dicendo:

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Scrivere, recitare, creare contenuti: i miei obiettivi per il 2023

Immagine generata da Text To Image in Canva con l’input “Obiettivi 2023” e rielaborata.

Siamo appena entrati in un nuovo anno e questo rappresenta un’opportunità unica per fissare dei nuovi obiettivi e per iniziare a lavorare verso il nostro successo. Come attore, scrittore e content creator, ho diverse ambizioni e sono determinato a raggiungere i miei traguardi. Nel mio articolo di oggi ti parlerò dei miei obiettivi per il nuovo anno e t’inviterò a condividere questo viaggio con me.

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Un cinema senza storia

Alessandro Zizzo e Nadia Carbone durante L’occhio del regista dell’11 dicembre 2022, evento organizzato dal Generation Film Fest

Chi ha detto che un film deve avere una storia? O almeno una storia come siamo abituati a concepirla con un inizio, uno sviluppo e una conclusione e soprattutto un lieto fine, come certa cinematografia americana ci induce a pensare. A volte la storia non c’è o, meglio, essa fa dei giri su se stessa o quantomeno presenta uno spaccato di uno o più personaggi o di una situazione. È il caso questo, per esempio, de La Grande Bellezza, film del 2013 con il quale il regista Paolo Sorrentino ha vinto l’oscar come miglior film in lingua straniera.

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Il cuore del cuore della recitazione

Foto di Alessandra Pomarico.

«Oddio, mi ricorderò le parole? Mi sa che non ho ripassato abbastanza, spero che la memoria non mi faccia brutti scherzi». Questo pensano spesso o dicono certi attori, specie quando hanno avuto poco tempo e le battute da ricordare sono tante. L’altro pensiero che li preoccupa riguarda i movimenti che devono fare, in special modo quando la scena coinvolge un altro attore o, peggio, più attori. Ed allora nella fase di preparazione cercano di concordare ogni minimo dettaglio con gli altri: «Allora, tu ti sposti a sinistra, poi io ti prendo la mano e a quella battuta che dirai ci guarderemo, piano piano poi alziamo la testa verso l’alto torcendo il busto a destra e i piedi dall’altra parte…».

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7 eccellenti motivi per partecipare ad un incontro con un regista

Foto generata da DALL-E 2 con input ““Foto realistica di un incontro di un regista con il pubblico in una sala piena di persone.”

Il cinema ci affascina sempre e mai si smette di conoscerlo meglio. Al giorno d’oggi ci sono molti modi per essere coinvolti in questa meravigliosa arte. Uno di questi è partecipare a incontri con registi e altre persone che lavorano nel settore. E in questi giorni ho il piacere di promuovere attraverso questo blog l’evento organizzato dal Generation Film Fest con Alessandro Zizzo, cineasta del quale ho anche parlato nel mio ultimo articolo. Verrà a trovarci l’11 dicembre ad Oria (Br). Quindi oggi voglio condividere 7 eccellenti motivi per cui incontrare un regista ci aiuta a conoscere meglio questo mondo entusiasmante.

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Cinque semplici lezioni nella prevenzione e nel trattamento degli Ictus

Un momento della simulazione della chiamata al 118 in seguito ad un attacco ischemico, a cura della Croce Rossa.

Come prevenire un ictus? Che cosa fare quando si verifica? E come convivere con le sue conseguenze? Se n’è parlato durante un evento che l’associazione Aura aps ha tenuto ieri, Domenica 30 Ottobre 2022, ad Oria (Br). Per me è stata un’utile occasione, da una parte, per riflettere sull’afasia degli artisti e, dall’altra, per approfondire un po’ quella che potremmo chiamare la super-coscienza della vita. Ora vorrei qui fissare cinque punti essenziali emersi durante la serata e che possono servire a prevenire le ischemie, ad essere tempestivi e ad approcciarne le ripercussioni, ad ogni livello.

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10 modi in cui il teatro può animare la vita di un piccolo centro

Immagine creata con DALL-E. Chiave di ricerca: “Una foto realistica di uno spettacolo teatrale con attori e spettatori in un centro storico di una piccola città d’Italia”.

In paese ci si conosce tutti. È questo l’adagio che di bocca in bocca si ripete perché rispecchia la realtà di un piccolo centro intorno ai mille o cinquemila o dieci o quindicimila abitanti, come nel caso di Oria, cittadina messapica che fa parte del mio destino di vita da tanti anni e che continuerà ad essere importante per me, anche se a breve dovessi trasferirmi altrove. In altri termini siamo di fronte ad una comunità, al netto delle divisioni più o meno apparenti e delle polemiche che a volte sorgono. Ci sono paesini in Toscana dove tutti gli abitanti o quasi si ritrovano in un grande spettacolo teatrale nel quale ognuno ha un ruolo o in scena o dietro le quinte. Il caso più noto è quello di Monticchiello, frazione del comune italiano di Pienza, nella provincia di Siena, dove da tanti anni gli abitanti hanno dato vita al Teatro Povero in cui il teatro popolare tradizionale toscano ha spazi e progetti anche durante tutto l’anno. È questo un modo straordinario per animare la vita di questo borgo, fare cultura attiva e dare un grande contributo al turismo.

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