L’attore è un mezzo artista

L’attore è un mezzo artista, perché da una parte è un demiurgo che plasma la materia della scena e dall’altra è lui stesso materia che viene plasmata dal regista. Perciò lui propone una o più versioni del personaggio ma è il regista che ha la visione complessiva su di esso e sugli altri personaggi. Quindi l’attore fa metà dell’opera e per l’altra metà è lui il colore che deve lasciarsi stendere sulla tela. Per riuscirci al meglio deve avere grandi doti di flessibilità. I registi, infatti, amano soprattutto quegli attori che sono facili da dirigere, che si lasciano guidare senza frapporre ostacoli o rigidità. L’attore deve stare in un flusso creativo che innesta sul proprio filone le indicazioni che gli vengono dall’esterno.

Continua a leggere

Gli attori, i filosofi e il codice dell’universo

Immagine generata da Dall-e 2 con input: “Un’immagine nello stile delle illustrazioni per i libri delle scuole superiori di un attore in scena, con un libro di filosofia aperto accanto a lui”.

«Ma tu che vuo’ fa’, l’attore o er filosofo? Te devi decide Peppino mio perché da mo’ che nun sei più un pischello!». Mi chiamo Giuseppe, sono del 1974 e in effetti non mi sono mai deciso tra queste due figure, fra le quali oscilla tutta la mia esistenza. Spesso mi sono sembrati due poli opposti e inconciliabili. Il senso comune, tra l’altro, non vede di buon occhio un attore che fa er filosofo e un filosofo che prova a fa’ l’attore. L’uno scoccia. L’artro nun è bono!

Continua a leggere