Il cuore del cuore della recitazione

Foto di Alessandra Pomarico.

«Oddio, mi ricorderò le parole? Mi sa che non ho ripassato abbastanza, spero che la memoria non mi faccia brutti scherzi». Questo pensano spesso o dicono certi attori, specie quando hanno avuto poco tempo e le battute da ricordare sono tante. L’altro pensiero che li preoccupa riguarda i movimenti che devono fare, in special modo quando la scena coinvolge un altro attore o, peggio, più attori. Ed allora nella fase di preparazione cercano di concordare ogni minimo dettaglio con gli altri: «Allora, tu ti sposti a sinistra, poi io ti prendo la mano e a quella battuta che dirai ci guarderemo, piano piano poi alziamo la testa verso l’alto torcendo il busto a destra e i piedi dall’altra parte…».

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Come e quando si usa l’intelligenza artificiale nel cinema

Immagine creata dall’app Text To Image in Canva con l’input “intelligenza artificiale e cinema”.

L’intelligenza artificiale è uno degli argomenti di cui più si parla in giro per il mondo, un po’ ovunque. Persino al bar più di qualche avventore dice la sua, anche se un po’ a sproposito. Questo è il segno che ormai fa parte della nostra vita quotidiana in modi che aumentano di giorno in giorno. Poteva restare fuori dalla settima arte? Il cinema è stato uno dei primi campi in cui è stata utilizzata sin dal duemila circa per creare folle artificiali, ricostruzioni di luoghi e altre scene che avrebbero richiesto budget enormi, una infinità di comparse e figurazioni e condizioni difficili in cui girare. Film come Il Gladiatore e Il Signore degli Anelli sono stati tra i primi a beneficiarne. Anche se in realtà si trattava di software che ora giudichiamo rudimentali. Allora forse vale la pena di parlare dello stato dell’arte e cioè di come e quando si usa l’intelligenza artificiale nel cinema.

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Dove studiare recitazione

Foto di Clem Onojeghuo.

La recitazione si studia ovunque, in particolar modo per strada, nei mercati di paesi e città, ovunque ci sia umanità. La domanda dove studiare recitazione è una di quelle classiche, come ad esempio come recitare o come si diventa attori, di chi vuole avvicinarsi a quest’arte e di solito si pensa ad accademie e grandi scuole. Oppure a maestri, mentori, ecc. Fosse così semplice chiunque va a un corso e riceve lezioni riuscirebbe a fare l’attore. Ma la faccenda è più complessa e ne parlerò in questo articolo.

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Come si diventa attori

Foto di isaac berrocal bravo.

Primavera del 1990, gita a Napoli ai tempi del liceo. In una vetrina di una libreria vedo una copertina nera con su scritto Fare l’attore. Prezzo: 42.000 lire (21,70 € di oggi). Non avevo con me i soldi necessari. Me li feci prestare da un compagno. La domanda che di continuo avevo in testa era: come si diventa attori? Sul pullman al ritorno verso casa lo divorai già. E nelle settimane successive lo lessi e lo rilessi di continuo. Non pensavo ad altro. Mi chiedo di continuo ancora oggi a 48 anni la stessa cosa e ne voglio parlare in questo articolo a beneficio di chi ha pensato allo stesso interrogativo almeno una volta nella vita.

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Come recitare

Foto di cottonbro.

Quando un bambino sta giocando a fare l’astronauta o il pilota di formula uno o il supereroe in parte imita ciò che ha già visto in qualche cartone animato o film e in parte immagina. Non si chiede in che modo si faccia ma si mette subito all’azione, si diverte non appena scatta il meccanismo del “come se”. Dopo aver visto che cos’è la recitazione e quanti tipi ne esistono, a cosa serve, cosa si studia in questo settore, accenneremo ora a come recitare.

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Quanti tipi di recitazione esistono

Photo by Roberto Huczek on Unsplash.

Quanti tipi di recitazione esistono è una domanda che può avere una risposta sola perché tali tipi si restringono a uno solo: quello dell’attore che funziona in scena. C’è soltanto un tipo di recitazione dunque ed è quello del buon attore, che sa come far funzionare il suo lavoro a prescindere dal contesto in cui si trova. Le distinzioni, se vogliamo introdurle, possono essere utili a definire quest’ultimo, capire a chi è destinata la produzione per la quale ci si sta impegnando e quindi svolgerla al meglio. Ed ora ci soffermeremo su di esse. Faremo un breve excursus tra tipi di spettacolo, culture di riferimento e scopo delle rappresentazioni.

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Cosa si studia a scuola di recitazione

Foto di cottonbro.

Qualsiasi corso ha un programma prestabilito con indicazioni precise sulle materie oggetto di approfondimento. Cosa si studia a scuola di recitazione è dunque un insieme di elementi o di indicazioni che serve ad orientare chi vuole iscriversi. In due precedenti articoli abbiamo già visto che cos’è la recitazione e a cosa serve. In questo post cercheremo di capire in pratica cosa si fa, cosa avviene durante le lezioni.

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A cosa serve la recitazione

Foto di cottonbro.

A cosa serve la matematica si chiede uno studente svogliato o curioso che sia. A cosa serve la religione potrebbe chiedersi un ateo con connessa voglia di abolirne l’insegnamento nelle scuole oppure un credente in vena di approfondimenti. Ma a cosa serve la recitazione se lo chiede chi magari è in procinto di iscriversi ad un corso per attori. Nel precedente post abbiamo spiegato cos’è quest’arte, in cosa consiste. In questo articolo invece accenniamo alla sua utilità.

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Che cos’è la recitazione: tre falsi miti su di essa

Prima di tutto è una brutta parola! Se vogliamo capire che cos’è la recitazione rendiamoci conto che di fronte a una persona falsa si è soliti dire che sta recitando una parte, che si vede che mente. Lo sapeva bene Thomas Milian, noto al pubblico italiano soprattutto per “Er Monnezza”. Pare che abbia affermato

Vengo dall’Actors Studio: io non recito, non inganno il pub­blico. Mi identifico nei perso­naggi. Oggi come allora vivo come loro, sono loro. Per que­sto Tor Marancia è ancora il mio quartiere preferito.

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L’attore è un pugile e lo spettacolo un ring

Foto di Coco Championship su Pexels.

Uno spettacolo teatrale è come un match di 🥊 boxe. Il tuo coach-allenatore può prepararti a qualunque risvolto e può assisterti a bordo ring per correggere il tiro ma sei tu che le prendi e le dai. Allo stesso modo è l’attore che va sul palco e affronta il pubblico. È lui l’interprete di una sfida che non ammette un solo tempo morto, nessun calo di tensione, anche quando tutto è fermo. È sempre lui che se la deve giocare e che deve fare delle scelte. Queste ultime possono essere studiate a tavolino tutto il tempo che si vuole e possono essere meglio adeguate durante delle prove più o meno lunghe.

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