Leonardo Vitale, dalla strada alla storia

La professoressa Annamaria Andriani mentre il 6 dicembre 2023 parla del suo libro su Leonardo Vitale a Palazzo Martini, ad Oria (Br). Dietro di lei si vedono sulla sinistra una natura morta dipinta con l’aerografo da Vitale e l’opera a lui dedicata di Maddalena Trinchera.

“Che impatto ha un artista che trasforma l’asfalto in un palcoscenico di colori e storie?” Questa è la domanda che mi ha accompagnato ieri, 6 dicembre 2023, mentre studiosi ed artisti raccontavano un po’ mio padre, Leonardo Vitale, il madonnaro salentino che ha saputo fondere arte, storia e vita quotidiana.

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Il tufo e il vento a Oria nel cuore di Gennaro

Hai mai pensato a come il tufo, una roccia particolare e porosa, possa raccontare una storia millenaria, o a come il vento possa essere oltre che un soffio naturale, anche uno strumento di progresso e innovazione? In questo articolo, ti porto in un breve viaggio, a conoscere un personaggio che ha saputo leggere la natura e trasformarla in qualcosa di straordinario. Ti ho trasmesso curiosità? Partiamo allora per il nostro percorso nel tempo tra tufo e vento, attraverso il racconto che ho presentato alla Notte del Museo a Palazzo Martini ad Oria, il 26 maggio 2023. Eccolo qui di seguito.

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Nomadismo urbano tra Roma e il Salento: un sogno possibile

Sogno di tornare a vivere nella magia di Roma, come ho scritto nel mio precedente articolo. Nella capitale ci ho vissuto già per anni e ci torno spesso, quando riesco. Ma voglio anche continuare a immergermi nel fascino del Salento, dove pure ho dei progetti da coltivare. Come è possibile tutto ciò? Devo diventare forse bilocale come certi santi? Questo non so ancora farlo, il paranormale è fuori dalle mie possibilità. Invece potrei diventare un nomade urbano, una sorta di pendolare.

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Quaresima, Carnevale e Commedia dell’arte

Foto di Diego Moretto

L’Italia è patria di diverse tradizioni popolari che hanno le loro radici nella notte dei tempi, che a volte scompaiono ma che poi tornano con forza. Esse sono legate ai cicli stagionali e quindi ogni periodo dell’anno ha la sue figure di riferimento. Tra Febbraio e Marzo c’è il passaggio tra il Carnevale e la Quaresima. A questi due sono dedicati due appositi personaggi in Salento che sono Paolino, che altrove è anche noto come Re Carnevale, da una parte, e sua moglie Quaremma dall’altra. Sono entrambi due vecchi. Paolino è un personaggio popolare della tradizione salentina, noto soprattutto durante il periodo del Carnevale: è un uomo che viene descritto come uno sperperatore, un ubriacone e un amante dei piaceri della vita. Al termine di questo periodo non a caso viene bruciato e gli subentra Quaremma.

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Nel nome di Leonardo Vitale, artista della meraviglia

Leonardo all’opera negli anni ’90.

Leonardo Vitale è stato un artista salentino, nato a Ceglie Messapica (Br) nel 1952 e vissuto dall’età di ventuno anni in poi ad Oria (Br). Nella sua vita ha usato due strumenti: l’aerografo e i gessi. Con i primi ha realizzato scenografie per luna park, spettacoli viaggianti, trompe l’oeil, quadri e numerose personalizzazioni di caschi, moto, auto, ecc. È stato anche uno spray paint artist: realizzava paesaggi fantasy con le bombolette di vernice. Con i gessi è stato un madonnaro conosciuto in Puglia fin dal suo anno di esordio, il 1985. Non si possono contare le cittadine dove sull’asfalto ha dipinto i santi delle feste che si tengono un po’ ovunque. Suo malgrado, poi, è entrato nella cronaca a causa dell’aggressione, purtroppo per lui mortale, durante un tentativo di rapina il 4 ottobre 2021 a Lecce.

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Il laboratorio teatrale come soluzione creativa ai problemi della città

Foto di cottonbro

C’è un approccio all’arte in generale e alle arti della scena che ha attraversato tutto il Novecento, dove è nato, è che è giunto ai giorni nostri. Si tratta di una realtà che da una parte è formativa per l’artista o aspirante tale, a livello teorico, e dall’altra gli permette di mettere le mani in pasta, di sperimentare soluzioni innovative e in contaminazione tra diversi linguaggi. Rispetto al corso istituzionale è un impegno più leggero perché non richiede dinamiche scolastiche di presenza per un certo numero di ore, ad esempio. Ma non per questo richiede meno impegno, soprattutto nell’esecuzione di esercizi che l’allievo nel suo interesse sviluppa per proprio conto o sul piano della ricerca di materiali, idee, ecc. Sto parlando dei laboratori di arti sceniche, la cui nascita si deve al più grande pedagogo di esse che è stato Stanislavskij.

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Il teatro che grida da tetti e balconi

Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio predicatelo sui tetti dice Gesù nel vangelo di Matteo. E i teatranti la loro voce la fanno sentire dai tetti, appunto, e dai balconi. Sono tanti gli artisti e i gruppi che hanno colonizzato questi spazi alla ricerca di nuovi modi per far incontrare attori e spettatori, complice la pandemia e la relativa gestione dei contatti tra le persone. Così Concita De Gregorio e Sandra Toffolatti a Roma hanno dato vita, ad esempio, a spettacoli sui tetti e nei cortili. E al Rione Sanità, a Napoli, invece i balconi popolari diventano teatri.

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5 storie pugliesi da raccontare in scena o sugli schermi

Chiesa madre di Francavilla Fontana

Una volta la regione del tacco d’Italia veniva indicata come le Puglie, ben consapevoli, come si era, che la Puglia come entità è inesistente: sulla carta si sono segnate delle linee di confine che includono zone molto eterogenee tra loro per cultura, civiltà, paesaggio geografico, ecc. Entità come il Salento, la Murgia, la Terra d’Otranto e altre esprimono stratificazioni differenti, modi di esprimersi diversi da paese a paese in molte occasioni, ecc. Ed è quindi normale che da Foggia, che appartiene alla Daunia, e Lecce ci siano miriadi di storie più o meno popolari, più o meno colte, che attendono di essere raccontate. A volte qualcuno l’ha fatto e altre volte no. Io oggi voglio accennare ad un elenco di 7 storie tra le più mirabili e significative pronte per un romanziere, per un drammaturgo, per uno sceneggiatore e quindi per case editrici, produzioni teatrali e di cinema.

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Tre settori-chiave per la cultura del territorio e la sua promozione

Foto di Vito Giaccari.

La visione culturale di un territorio: questa grande sconosciuta che però dà un senso e una direzione ad ogni evento, lo inserisce all’interno di un disegno strategico. Di questo voglio parlare nel presente articolo, dopo una serie di post in cui mi sono occupato di teatro e cinema, soprattutto nei piccoli centri. Abbiamo bisogno di linee programmatiche perché sono esse che permettono di tessere la stessa materia socio-culturale che trasforma ogni singola manifestazione in una tessera importante di un più generale puzzle. E, si badi bene, questo non è solo parte della progettualità che un’amministrazione deve avere ma coinvolge imprese, associazioni, singoli in modo che l’agire sia condiviso e porti allo stesso obiettivo per tutti.

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Il teatro che ci manca e che si può fare soprattutto nei piccoli centri

DALL· E 25-01-2025 08:25 – Creare un’immagine semplice ma evocativa che incarni il senso di comunità in un ambiente teatrale, nello specifico situato nella regione Salento.

Il teatro è prima di tutto comunità e parla alla comunità. Un gruppo è una micro-società. Ciò accade fin dal Cinquecento quando davanti al notaio appaiono i primi membri delle compagnia della Commedia dell’Arte. Finiva il bando medievale della Chiesa contro gli attori e gli spettacoli teatrali. Terminava il teatro giullaresco dei singoli e s’inaugurava una nuova stagione con le compagnie italiane che girarono il mondo allora conosciuto e che vennero apprezzate soprattutto in terra di Francia. Da allora quelle formazioni ricreavano al loro interno dinamiche sociali che di fatto furono un laboratorio del tipo di strutture sociali che poi sarebbero venute. E per questo vennero osteggiate dalle istituzioni rinascimentali ma anche dei seicento. Soprattutto per la loro promiscuità. Non è un mistero se i primi teorici del socialismo si ispirarono ad esse.

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