
Ogni giorno, ovunque, siamo di continuo bombardati da immagini. Dai social, alla pubblicità e ai cartelli stradali. Eppure non sappiamo niente di pensiero visuale. Con poche, semplici immagini è possibile venire a capo di difficoltà che sembrano piuttosto complicate. Non è una magia ma è la semplice potenza di ciò che nel mondo anglosassone è chiamato visual thinking, il pensiero visuale appunto. C’è un paradosso di cui dobbiamo subito occuparci. A scuola ci hanno sfinito con la grammatica e la produzione di testi scritti mentre non sappiamo leggere e decodificare molte immagini. Vedo spesso persone che di fronte ad una mappa mentale, per esempio, rimangono smarrite, non capendo di cosa si tratta. C’è persino qualcuno che non sa usare le mappe di google o le vecchie carte geografiche, pur in giovane età. Nella nostra educazione, almeno parlo della mia generazione (cioè dei quarantenni e dei cinquantenni di oggi), c’è quel che Eleonora Fiorani chiama il pregiudizio logocentrico di cui parla nel suo libro Grammatica della comunicazione. L’autrice dice che i moderni analfabeti sono coloro che non sanno leggere le immagini. Allora vale la pena dare un’occhiata al suo libro per imparare a farlo, soprattutto il terzo capitolo dedicato al linguaggio dell’immagine.
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