Perché e come passare alla storia

Foto di Engin Akyurt.

«Io mi domando un domani, mentre il mio lavoro è documentato, dalla televisione, dal cinema, dal teatro … in letteratura che resterà di te Bonino… Cosa resta in nome del Signore? … Bisogna farle le cose, io le ho fatte, sono documentate. Cosa hanno fatto questi signori?» chiede dal minuto 43 Carmelo Bene nella puntata di Mixer Cultura del 15 Febbraio 1988 a proposito dei critici. Lui si definiva un classico vivente. Aveva capito che sarebbe passato alla storia e che dopo la sua morte si sarebbe parlato di lui a lungo, cosa che sta avvenendo.

“Cosa resterà nei libri di storia”, ogni tanto qualcuno si chiede, a proposito di una tal vicenda o di un talaltro personaggio o avvenimento. E a volte anche noi ce lo chiediamo: che cosa resterà di me? Qualcuno mi ricorderà? I faraoni costruivano le piramidi proprio per restare nei secoli dei secoli. Pensavano a sfidare l’oblio. E qualcuno c’è riuscito. Anche Giulio II con le commesse a Michelangelo c’è riuscito. Forse ci riuscirà anche Berlusconi con il suo mausoleo ad Arcore.

Il passare alla storia è tutt’altro che un cruccio dei potenti, degli uomini o delle donne di successo come la regina Elisabetta o Raffaella Carrà. Qualsiasi artista 🎨 si misura con la questione dell’immortalità nient’affatto come esercizio di vanità. Di mezzo c’è la questione dell’eredità artistica da lasciare. Essa si compone di ben altro che le proprie opere, i propri quadri, le proprie sculture. Riguarda il senso stesso dell’agire artistico quotidiano. Ha a che fare con ogni singola scelta.

Ma prima ancora riguarda la base della vita. È la questione delle questioni. Se oggi continuiamo ad inseguire le piattaforme del momento, a cercare di far crescere in tutti i modi i follower, a stare dietro ai trend perdiamo di vista ciò di cui sto parlando. Beninteso, un video su Youtube o TikTok richiede preparazione, un certo lavoro, dedizione, costanza e molto altro. Solo che accade che si guardano le statistiche, ci si preoccupa dei numeri e si perde di vista l’arte in se stessa, la fonte e la destinazione di tutto, ciò che le generazioni a venire continueranno a guardare, apprezzare, studiare, imitare.

I rinascimentali che imitavano i letterati, gli artisti, gli oratori del periodo greco-romano oltre che alla perizia tecnica miravano alla riproduzione dello spirito che aveva animato gli antichi. Per questo Francesco Petrarca, Tommaso Campanella, Leon Battista Alberti sono nomi ancora familiari, conosciuti, studiati. Cosa resterà invece dei tanti YouTuber o TikToker ossessionati dalla crescita e dalla ricerca di viralità? Passare alla storia è tutt’altro che cercare di elemosinare la fama.

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