I giochi di Ismaele e il futuro del cinema

Foto di RDNE Stock project

Che cinema avremo fra cento anni? Come sarà? In cosa si trasformerà? Nessuno può saperlo. A quell’epoca quest’arte, se rimarrà almeno simile a quella che è oggi, raddoppierà i suoi anni. E visti i repentini cambiamenti a cui stiamo assistendo prima con la rivoluzione industriale, poi con quella informatica e infine con quella attuale, legata allo sviluppo delle intelligenze artificiali, non possiamo fare previsioni nemmeno da qui a sei mesi. Però possiamo sbirciare quello che fanno i ragazzini, persino i bambini, con smartphone e tablet in mano.

Ismaele vive intere saghe con i videogiochi, li commenta, li spiega agli altri. E c’è un pubblico di spettatori anche adulti che lo segue. Usa Twitch, mi ha raccontato la madre, per farlo. Questo bambino di sei anni dal nome biblico e romanzesco, giocando, sta creando qualcosa di nuovo ed inaspettato che evolverà ancora. Forse questo non c’azzecca con il cinema o forse sì. Perché gli algoritmi oggi sono in grado di replicare, o quasi, ogni aspetto nella realizzazione di un film. Tranne uno, per fortuna nostra. Almeno per adesso. E cioè il punto di vista umano che è ancora molto più complesso di qualsiasi procedura di auto-apprendimento per come la conosciamo oggi.

Le nuove tecnologie emergenti, come la realtà virtuale e l’intelligenza artificiale, potrebbero avere un ruolo fondamentale nella creazione di esperienze cinematografiche immersive e interattive. Quando e in che modo si usano le IA nel cinema è oggetto di un altro mio articolo, se vuoi approfondire. Intanto qui immaginiamo un futuro in cui gli spettatori possano essere coinvolti attivamente nella trama del film, interagendo con i personaggi o addirittura modellando la storia stessa in base alle loro scelte.

Inoltre, con l’avanzamento delle tecnologie di produzione, potremmo vedere una democratizzazione ancora maggiore nella creazione di contenuti cinematografici. Strumenti accessibili e potenti potrebbero consentire a una vasta gamma di persone di realizzare le proprie visioni artistiche, abbattendo le barriere tradizionali dell’industria cinematografica.

Perciò se da un punto di vista tecnico il cinema sta iniziando a cambiare travolto da un autentico Tsunami di cui non conosciamo nemmeno la portata, dall’altro lato la sensibilità artistica, l’imperfezione umana, persino la nostra contraddittorietà, che tanto ci piace, sono al sicuro. Con la sua logica, insomma, Spock non capirà mai Jimmy e il dottor Mc Coy.

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