Raffaele che è morto “solo un momento”

Raffaele Trinchera. Foto di Renato Spina

Chi volge lo sguardo ad Oria da sud o da nord, ne nota il profilo che si distende su diversi monti, da Sant’Anna, o ancor prima, fino alla torre dell’acquedotto. Oggi quella linea che disegna le torri del castello, il vescovado, la cattedrale e altri edifici la chiamiamo skyline ed è il panorama urbano al confine con il cielo, una linea appunto, che con i suoi ghirigori si fa racconto, si fa poesia per la sua essenzialità. E quest’ultima richiede un aedo.

Cominciava così un articolo del Gennaio del 2020 nel mio vecchio blog, oggi non più visibile, che avevo dedicato ad un caro amico che è ora scomparso, il 3 Gennaio scorso. Sto parlando di Raffaele Trinchera che una voce più autorevole della mia come Annamaria Andriani ha definito “cantastorie sognatore, divulgatore di allegria e bellezza in questo mondo angosciato e triste”. In quel post ho avuto modo di approfondire un po’ le sue scelte artistiche. Infatti proseguivo dicendo:

Da studente molto promettente e brillante inizia una buona attività di venditore, grazie anche alla sua proverbiale dialettica. Tuttavia viene convinto a intraprendere una carriera militare nella Guardia di Finanza che gli avrebbe consentito una “sicurezza” a vita. A lui però ciò sta proprio stretto, gli provoca sofferenza anche perché era rimasto folgorato dalla cultura degli Hippy. E sogna di girare il mondo. Così un giorno trova il coraggio di dimettersi. Anche se il suo incontro con la libertà è rimandato perché dal 1992 al 2001 lavora in una fabbrica, all’Enichem a Brindisi. Nel 2001 finalmente riesce ad abbracciare la sua “follia” e si dà del tutto all’arte di strada. Non può andare in giro come avrebbe voluto, per importanti motivi di salute, ma erige Ostuni come sua città d’elezione: vi si reca spesso, per anni, attraendo turisti di varie provenienze e mettendo a loro disposizione il suo repertorio. Per tanti compaesani è una pazzia. Per lui, che è quel che qui conta, è il modo di coronare il suo sogno anarchico.

Questa sua follia è stata per me fonte di ispirazione quando me l’ha raccontata, precedente alla mia perché io iniziai la mia carriera artistica due anni dopo di lui, anche se la nostra amicizia è più recente e risale a circa dieci anni fa. Ed anche un po’ diversa. Era noto in questa parte del nord Salento sotto varie forme. E anche di questo avevo parlato:

Dà sfogo al suo talento e alla sua creatività suonando il flauto dolce, presentando i suoi racconti e declamando poesie. Tra le storie che racconta notevole la saga di Tata Larienzu: un contadino semplice ed umorista, dai lati comici e con venature di satira di costume. Un percorso, questo, che la pandemia rischiava di interrompere. Allora Raffaele trova il modo di darvi continuità attraverso Facebook, dove presenta le sue dirette e vari frutti della sua creatività. Sta ora vivendo una delle sue tante vite. Un po’ come un gatto che a tratti sembra sornione e poi all’improvviso fa i suoi balzi. Nel frattempo sta progettando ciò che di meglio potrà offrire ai visitatori e ai turisti di Oria appena questi torneranno e il mio augurio per lui per il 2021 è che con i suoi Racconti Spritz e i suoi Racconti Romantici possa dare a noi suoi concittadini e ai forestieri ampi assaggi della sua capacità di mescolare arte ed indipendenza, una lezione quest’ultima per me e per tanti che gli riconosco.

Arte ed indipendenza dunque, ma anche leggerezza ed ironia. Gino Capone, noto sceneggiatore nostro concittadino, a proposito di lui dice che scriveva testi con intuizioni poetiche sorprendenti come Eva, la donna che baciò Adamo col peccato in bocca e che “intratteneva il pubblico nelle strade con dei pezzi da vero artista”.

A me mancheranno i momenti passati con lui “sotto alla stazione”, spesso nella sua macchinetta ad ascoltare le sue storie che aveva registrato o a parlare della vita e alcune volte della morte. Una volta a tal proposito mi confessò di averne un po’ paura ma che alla fine comunque sapeva che si trattava “solo di un momento”. Ciao Raffaele, salutami mio padre Leonardo e grazie!

Se anche tu lo hai conosciuto, lo stimi, lo hai visto esibire o ci hai parlato un po’ di sicuro ne sei rimasto affascinato. E perciò se vuoi lascia un tuo commento su di lui. Farà piacere ai tanti che in questi giorni lo stanno ricordando.

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Angelo Galiano
Angelo Galiano
1 anno fa

Lo spirito sognante, intraprendente e risoluto di Raffaele mi ha sorpreso. Ha fatto le sue scelte con uno spirito libero. Visto Inizialmente come una persona strana, ha manifestato invece una personalità originale, proprio quella di cui la nostra comunità aveva bisogno. L’ ho conosciuto solo in questi ultimi mesi offrendo spunti per la drammatizzazione con gli studenti di Oria della leggenda di Oria fumosa. In quell’evento ha dato il meglio di sé. Mi aveva invitato poi recentemente ad un incontro per uno scambio di idee finalizzate a far risvegliare Oria. Peccato che non mi è stato possibile recepire le sue proposte. La sua prematura scomparsa rimane per me e i cittadini un monito e un impegno per la rinascita di Oria.

Rossella
Rossella
1 anno fa

Non è pazzo chi segue i propri sogni ad ogni costo, ma è piuttosto una persona coraggiosa che non si è fatta piegare da fattori esterni. Io l’ho incontrato diverse volte a parco Montalbano, una persona molto cortese e dolce, accogliente e gentile sopratutto con i bambini. Grazie per averci raccontato la sua storia, è stato interessante conoscere dettagli della sua vita. E il fatto che la sua morte abbia scosso l’intera comunità è indice del bene che la sua vita ha portato a tutti noi.