I miti di fondazione delle città e il loro racconto

Foto di jimmy teoh.

Chi ha fondato Roma? Romolo che, secondo la leggenda, tracciò il primo confine della città. Il fratello gemello Remo lo scavalcò e fu quindi ammazzato. Quella che dunque diventerà la caput mundi ha il suo mito fondativo sul fratricidio. Nessuno può osare andare oltre il solco tracciato perché sarà giustiziato, fosse anche un consanguineo. Sembra così che il primato del diritto sia al sicuro. Roma nascerebbe dunque dal suo confine ed è cittadino chi ci sta dentro ed è escluso chi sta fuori. Ne argomenta Paolo Rumiz in Appia in una sua discussione con Aglaia McClintock. E tale citazione ci serve per introdurre una domanda: perché andiamo alla ricerca dei fondatori delle città?

Ad essa hanno dato una riposta illustri studiosi che sono arrivati alla conclusione che ogni epoca racconta di nuovo un mito di fondazione: è come se ogni volta la città venisse ri-fondata. S’inserisce in quest’otica, per esempio, l’Eneide che narrando la leggendaria storia di Enea glorifica le origini di Roma. E non c’è città italiana piccola o grande che sia che non abbia un qualche eroe o dio o ninfa o indovino nelle sue origini mitiche. Questo tipo di pensiero mitico oggi costituisce una narrazione simbolica attorno alla quale veicolare e riconoscere valori, identità, appartenenza, ecc. Il problema nasce quando si confonde con la storia. Un conto, ad esempio, è ciò che nell’Iliade si narra di Troia e un altro le evidenze degli scavi archeologici arrivati, allo stato attuale, a bien dieci strati. Correlato ad esso è la questione di considerare le sole fonti letterarie sul discorso delle origini. March Bloch in Apologia della storia dice con chiarezza che è una grande illusione credere che a ciascun problema storico corrisponda un unico tipo di documenti.

Ma c’è un idolo ancora più insidioso ed è quello sulle origini, una vera e propria mania del fondamento di ogni cosa, il principio di tutto che spiegherebbe fenomeni, epoche storiche, ecc. Bisogna liberarsi da questo pregiudizio: le origini non spiegano ogni aspetto, il permanere di certe credenze per esempio. Non è sufficiente riportare una parola al suo etimo ma occorre spiegarne le trasformazioni nel tempo.

Voglio ora illustrare un po’ queste dinamiche facendo ricorso alla storia di una città meno nota delle due che ho citato prima, e cioè di Oria, in provincia di Brindisi, perché mi sembra che ben illustri quanto vo’ dicendo. In un articolo ho già parlato delle stratificazioni linguistiche a proposito del suo nome. Anni fa si diceva che i fondatori della città siano stati gli Illiri, popolazioni che provenivano da oltre Adriatico e che abitavano territori corrispondenti all’ex Jugoslavia. Si andò poi precisando che sarebbero stati i Cretesi i primi a sbarcare in questi luoghi. E studi successivi s’incentrarono poi sui Micenei ritenuti i veri fondatori nel XII secolo a. C. Studi recentissimi parlano poi di una frequentazione antecedente di pastori e di loro culti espressi con le testimonianze di dolmen e menhir anche se in proposito si attendono le imminenti pubblicazioni ufficiali. E prima dei pastori chi c’era che abitava tra le numerosi sorgenti del posto e la sua fertile terra? In proposito le testimonianze più antiche parlano di insediamenti umani in località Sant’Anna nel neolitico medio. Ma alla fine chi ha fondato la città? Tutti e nessuno verrebbe da dire. E ci aggiungerei: una città non ha un’origine certa, una data precisa, tranne alcune eccezioni, s’intende. Ma anche se ce l’avesse non si esaurisce in questo la sua storia.

Un mito può essere bello da raccontare, può essere un bell’espediente letterario ma altrettanto affascinante e valida è una narrazione di “lunga durata” potremmo dire, come quella che fece lo storico Fernand Braudel a proposito del Mediterraneo. Questo tipo di approccio non ha bisogno di eroi, di grandi miti, di episodi più o meno inventati. Guarda alla forma della città, al suo evolvere, alle sue trasformazioni. Io ci ho un po’ provato con un lavoro per ora inedito. Chi vuole può leggerne alcuni stralci. Ma mi piacerebbe tornare sull’argomento in modo ancora più approfondito.

E tu cosa ne pensi dei miti di fondazione delle città? Scrivi un tuo commento in proposito. Pensa anche alla possibilità di aiutarmi nelle mie ricerche, fai una donazione, grazie.

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