ChatGPT: Rivoluzione AI o minaccia per l’umanità?

Foto di Matheus Bertelli.

Chat GPT dal suo apparire ad oggi ha trovato fan e utilizzatori più o meno entusiasti ma anche degli oppositori, per varie ragioni. Per esempio alcune scuole ne vietano l’uso perché hanno il timore che gli alunni si limitino a copiare i testi che esso genera. Alcuni esperti stanno anche cercando di allarmare il mondo circa i pericoli insiti in questi sistemi, per Elon Musk addirittura superiori a quelli del pericolo nucleare. Altri mettono in guardia in proposito perché fare il copia e incolla delle sue risposte è tutt’altro che etico e pone dei problemi di copyright.

A me è anche capitato che qualcuno dica che si tratta di un chatbot generalistico e che commette troppi errori e quindi va evitato, soprattutto in ambito aziendale. Senz’altro è una novità molto importante per il genere umano ed è l’ultima tappa dell’evoluzione della comunicazione. In questo articolo voglio accennare a queste pietre miliari e poi parlerò un po’ dell’importanza del tool di OpenAI nell’era dell’intelligenza artificiale, per tentare di chiarire di fronte a quale rivoluzione ci troviamo.

C’era un tempo in cui l’uomo si esprimeva con gesti, espressioni facciali e posture del corpo. Lo so che sto cominciando da lontano, ma occorre seguire la scala di questa evoluzione che passa prima per l’uso della parola, poi dell’alfabeto, della stampa durante il Rinascimento. A partire dal diciannovesimo secolo c’è poi in corso un’accelerazione impressionante e progressiva nella quale ci troviamo immersi. Infatti a un certo punto arrivarono il telegrafo, poi radio, telefono, televisione.

Dagli inizi degli anni ’70 è poi la volta dell’internet, della rete delle reti, come potremmo definirla. E la sua diffusione in gran parte del mondo ha comportato prima l’avvento dei social che hanno dato la disponibilità a pressoché chiunque di pubblicare testi, foto, video. Negli ultimi anni, infine, l’intelligenza artificiale (AI) e i chatbot sono diventati sempre più sofisticati, consentendo una comunicazione più naturale e interattiva tra gli esseri umani e le macchine. Questa è la rapida carrellata che ci porta dagli inizi ai giorni nostri. Essa serve a farci capire il grande passo che abbiamo compiuto di recente che spaventa molti, com’è normale che sia.

Quel che va compreso è che chatGPT è un modello linguistico. Ciò vuol dire che è stato modellato, appunto, sulla base del funzionamento del nostro cervello, per quanto riguarda le reti neurali, e che è in continuo apprendimento, come del resto lo è ogni essere umano. La portata di ciò è davvero enorme e tutte le conseguenze ci sono ignote. Al punto che qualcuno inizia a proporre la distruzione di questa tecnologia perché teme che gli esseri umani possano essere superati da intelligenze superiori che potrebbero decretarne l’estinzione. Per molti versi si tratta di una paura ancestrale, irrazionale.

Tornando al potere delle IA quel che sappiamo è che in certi casi possono resituirci testi pieni di errori, fake news, inesattezze, bias cognitivi perché pescano le informazioni nella rete, scritte da esseri umani i quali, com’è noto, hanno pregiudizi, producono false notizie, ecc. Per fortuna però la maggioranza delle informazioni sono più o meno esenti da questi problemi e comunque dei filtri e interventi umani sempre più complessi e affinati ci stanno consentendo di elevare la qualità dei testi che ci vengono restituiti.

Sfruttare chatGPT al meglio richiede un approccio consapevole e responsabile. Gli utenti che interrogano il sistema e scrivono i prompt giocano un ruolo fondamentale nel guidare la qualità delle risposte. È essenziale formulare domande chiare e pertinenti per ottenere informazioni utili e attendibili, ricordando sempre che chatGPT è uno strumento prezioso, ma non la soluzione a tutti i problemi. L’etica e la responsabilità nell’utilizzo di chatGPT devono essere sempre al centro delle considerazioni.

Piuttosto che temere l’avanzamento dell’intelligenza artificiale, è fondamentale concentrarsi su come utilizzarla in modo vantaggioso e responsabile. Nel campo dell’istruzione, ad esempio, incoraggiare gli studenti a impiegare chatGPT come mezzo per ampliare le loro conoscenze e affinare la loro comprensione del materiale, evitando la tentazione di copiare testi generati in modo automatico. Inoltre, nel mondo aziendale, chatGPT può essere impiegato per ottimizzare processi e incrementare l’efficienza, pur essendo consapevoli dei suoi limiti e delle potenziali inesattezze.

L’emergere di chatGPT rappresenta un’importante tappa nell’evoluzione della comunicazione umana. Sebbene ci siano preoccupazioni legittime riguardo all’uso etico e alla potenziale minaccia rappresentata dall’intelligenza artificiale, è altrettanto vero che questa tecnologia ha il potenziale di migliorare in modo significativo la nostra capacità di comunicare e risolvere problemi complessi. La chiave sta nell’approccio responsabile e nell’utilizzo consapevole di questi strumenti, in modo che possano servire da risorsa preziosa per l’umanità, piuttosto che come fonte di preoccupazione, rifiuto o paura.

Tu cosa ne pensi al riguardo? Ti senti spaventato da questa tecnologia o eccitato? Quali sono le tue esperienze o aspettative in proposito? Scrivilo nei commenti, grazie!

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