Mangiare con gli occhi: come il cibo è diventato protagonista al cinema

Il cibo e il cinema: due piaceri della vita che spesso si intrecciano in modo indimenticabile sul grande schermo, creando scene iconiche che rimangono impresse nella nostra memoria. In questo articolo, esploreremo il legame tra la settima arte e la cucina, concentrandoci in particolare sulla cinematografia italiana e internazionale, attraverso film che hanno reso celebre questa connessione e che suscitano in noi la voglia di saperne di più.

Chi non ricorda Nando Moriconi, interpretato dall’immenso Alberto Sordi, in Un americano a Roma, mentre cede alla tentazione di un piatto di pasta pronunciando la celebre frase «Maccarone m’hai provocato e io me te magno»? E quale appassionato di cinema non ha mai sognato di sedersi a tavola con la famiglia Corleone, mentre Clemenza insegna al giovane Michael a preparare il ragù nel capolavoro Il padrino di Francis Ford Coppola? Senza dimenticare le disavventure culinarie di Felice Sciosciammocca, interpretato dal grande Totò, nel film Miseria e Nobiltà di Mario Mattoli.

Insieme, esploreremo alcune scene memorabili, immergendoci nel mondo del cinema italiano e internazionale, dove il i piatti diventano dei protagonisti, strumento di critica sociale e fonte di condivisione e convivialità. E chissà, forse le nostre papille gustative si risveglieranno, facendoci desiderare di assaporare queste prelibatezze iconiche dalle sale cinematografiche alle nostre tavole.

La gastronomia, oltre a essere un piacere per il palato, è un potente strumento di narrazione che riflette l’identità culturale e le tradizioni dei popoli. Nel cinema italiano e internazionale è spesso utilizzata per raccontare storie di condivisione, appartenenza e critica sociale, diventando un vero e proprio protagonista delle trame e dei personaggi.

Ad esempio, nel celebre spaghetti western Il buono, il brutto, il cattivo di Sergio Leone, il cibo diventa un simbolo della semplicità e della sopravvivenza nel profondo sud statunitense. Tuco, interpretato da Eli Wallach, si abbuffa di stufato di maiale, zuppe di fagioli, patate dolci e cipolle durante un banchetto organizzato da Sentenza, sottolineando l’importanza della solidarietà e della condivisione anche in un ambiente ostile e pericoloso.

Nel film Cous cous di Abdellatif Kechiche, la preparazione e la degustazione del piatto omonimo diventano un momento di condivisione e unione familiare per eccellenza, oltre che un’occasione per mostrare l’incontro e lo scambio tra culture diverse. Il cous cous simboleggia la possibilità di costruire ponti e creare legami attraverso l’amore per l’alimentazione e la convivialità.

Infine, in Nostra signora dei turchi Carmelo Bene utilizza le vivande come mezzo di critica sociale e culturale, mettendo in luce l’ipocrisia e i vizi nascosti dietro le apparenze religiose. Il frate barbuto, interpretato dallo stesso regista, prepara una cena a base di vino, pane e spaghetti al sugo, svelando l’essenza ambivalente di un personaggio che si dibatte tra l’aspirazione alla purezza e la consapevolezza della propria corruzione.

Attraverso questi esempi, le pietanze si rivelano essere un elemento chiave nella narrazione cinematografica, capace di esprimere profondi significati e di raccontare storie che vanno oltre il semplice atto del nutrirsi. Diventa un linguaggio universale che parla al cuore e all’anima degli spettatori, permettendo loro di immedesimarsi nelle vicende dei personaggi e di comprendere le complesse dinamiche culturali e sociali che ne determinano le scelte.

Gli alimenti nei film spesso aiutano a raccontare la storia di un personaggio, mostrando cambiamenti, conflitti interiori o il ritorno alle proprie origini. Ad esempio, in La Grande Abbuffata di Marco Ferreri, quattro amici decidono di mangiare fino alla morte in un’orgia di crapula e sensualità. Questa scelta estrema e provocatoria riflette il loro desiderio di sfuggire alla monotonia della vita e di esplorare i confini del piacere, mettendo in discussione il valore della vita stessa e la ricerca di un senso nel loro esistere.

Nel film Lo chiamavano Trinità di Enzo Barboni, c’è una specialità che diventa un elemento chiave nella crescita personale del protagonista Trinità, interpretato da Terence Hill. Le scene in cui consuma enormi quantità di fagioli riflettono il suo stile di vita spartano e la sua abilità di adattarsi a situazioni difficili. Man mano che il film procede, il suo rapporto con il cibo cambia, segnalando il suo sviluppo come personaggio: egli impara a condividerlo con gli altri e a usare le sue risorse in modo più saggio per aiutare la comunità dei coloni.

In entrambi i casi, il pasto è un potente strumento che ci fa riflettere sui conflitti interiori, i desideri nascosti e le sfide che i personaggi affrontano nel loro percorso di crescita. Diventa così un simbolo che ci aiuta a capire meglio l’essenza dell’essere umano e la complessità delle dinamiche personali e sociali.

A volte, le scene più divertenti e memorabili dei film coinvolgono la nutrizione, che diventa un mezzo per esplorare le dinamiche dei personaggi e le loro trasformazioni. Prendiamo ad esempio Pretty Woman (1990): Vivian Ward, interpretata da Julia Roberts, si trova a dover affrontare una cena elegante con Edward Lewis, interpretato da Richard Gere. La sua goffaggine nel gestire le posate e nel mangiare le lumache diventa un momento comico, ma anche l’occasione per riflettere sulle differenze sociali e personali.

Un altro esempio è la celebre scena al Katz’s Delicatessen nel film Harry ti presento Sally (1989). Sally (Meg Ryan) sfida le convenzioni sociali fingendo un orgasmo davanti a Harry (Billy Crystal), dimostrando la sua sicurezza e indipendenza. In entrambi i casi, l’atto del mangiare si rivela un elemento chiave per esplorare la crescita dei personaggi, proprio come accade nei film menzionati nei punti precedenti.

La cucina è un aspetto fondamentale della cultura di un paese e, come tale, ha influenzato l’arte in molte forme. Il cinema è solo una delle espressioni che si sono nutrite della connessione tra i piaceri della gola e la cultura. Abbiamo visto come i primi abbiano spesso assunto un ruolo centrale nella trama dei film, diventando talvolta un personaggio a sé stante.

Ma il legame tra arte e pietanze non si esaurisce qui. La gastronomia, infatti, è stata fonte di ispirazione per artisti di ogni genere, dalla pittura alla letteratura, dalla musica alla fotografia. Le immagini di piatti succulenti e di tavole imbandite sono spesso presenti nelle opere d’arte, diventando un modo per rappresentare la società e la cultura del tempo.

Ci sarà la diretta Facebook Il salotto di Angela con Angela Caforio che seguirà quest’articolo. Ci darà l’opportunità di approfondire questo legame e discutere delle nostre opinioni e curiosità riguardo cinema, teatro e cucina. Invitiamo tutti i lettori a partecipare a questa discussione e a condividere le loro esperienze e storie riguardanti il cibo e la sua relazione con l’arte dello schermo. Esplora insieme a noi un argomento così affascinante e universale! L’appuntamento è per Mercoledì 21 Marzo 2023 alle ore 19:30 sul mio profilo Facebook.

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