Nomadismo urbano tra Roma e il Salento: un sogno possibile

Sogno di tornare a vivere nella magia di Roma, come ho scritto nel mio precedente articolo. Nella capitale ci ho vissuto già per anni e ci torno spesso, quando riesco. Ma voglio anche continuare a immergermi nel fascino del Salento, dove pure ho dei progetti da coltivare. Come è possibile tutto ciò? Devo diventare forse bilocale come certi santi? Questo non so ancora farlo, il paranormale è fuori dalle mie possibilità. Invece potrei diventare un nomade urbano, una sorta di pendolare.

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La riconquista di Roma: tornare nell’urbe per la mia carriera

“Roma nun fa’ la stupida stasera / Damme ‘na mano a faje di’ de si’ / Sceji tutte le stelle piu’ brillarelle / Che puoi e un friccico de luna / Tutta pe’ noi” canticchiava di tanto in tanto mia madre quando ero piccolo. Credo che il mio primo amore per Roma sia nato con le parole e la melodia di Rugantino, commedia ambientata nella Roma del 1948. Quel film fu proiettato per la prima volta nel 1973, quando i miei erano appena sposati e mancava un anno alla mia nascita. Quella città era ed è un mito che vibrava nelle canzoni di Lando Fiorini, Claudio Villa, Gabriella Ferri, Nino Manfredi e poi Antonello Venditti, Franco Califano, Luca Barbarossa…

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I 17 passi per avviare un’attività da zero e senza soldi, o quasi

Immagine generata da Dall-e 2 con input: “Un albero-persona, con le radici che si sviluppano in una figura umana e nei rami le attività di un’impresa. Nello stile della pop-art”.

Viviamo in tempi in cui avviare un business, piccolo o grande che sia, più o meno remunerativo, è alla portata di un crescente numero di persone. E la rete prolifera di risorse a tal proposito, molte delle quali valide e altre meno. In tante, troppe per la verità, si parte in quarta con paroloni in inglese come “trend”, “competitor” e simili. E si propongono delle prassi standard ignorando che l’operato umano è complesso, non ci sono degli stampi validi per tutti, checché ne dicano certi imprenditori nel settore della formazione che insistono un po’ troppo, a mio avviso, sulla vendita di corsi. All’inizio abbiamo invece bisogno di provare, di testare, di giocare, in un certo senso, il più possibile riducendo il rischio. Ecco allora i 17 passi per avviare un’attività da zero e senza soldi, o quasi.

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L’esperienza teatrale intima del Microteatro

Il mondo del teatro è sempre stato in continua evoluzione e questo è stato possibile grazie all’innovazione e alla creatività di registi e produttori che cercano sempre di sorprendere e stupire il pubblico. Un nuovo modo di godersi uno spettacolo teatrale è il microteatro, un’esperienza unica che unisce la qualità della rappresentazione teatrale con la rapidità e la comodità della fruizione.

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Scrivere, recitare, creare contenuti: i miei obiettivi per il 2023

Immagine generata da Text To Image in Canva con l’input “Obiettivi 2023” e rielaborata.

Siamo appena entrati in un nuovo anno e questo rappresenta un’opportunità unica per fissare dei nuovi obiettivi e per iniziare a lavorare verso il nostro successo. Come attore, scrittore e content creator, ho diverse ambizioni e sono determinato a raggiungere i miei traguardi. Nel mio articolo di oggi ti parlerò dei miei obiettivi per il nuovo anno e t’inviterò a condividere questo viaggio con me.

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7 idee di spettacoli internazionali generate da un’intelligenza artificiale

Intelligenza artificiale a teatro

Per dar vita a nuove produzioni di teatro e cinema occorrono di continuo nuove idee, il più possibile efficaci, economiche, con buone chance di successo come sanno quei produttori che prendono le decisioni in merito. Anche chi scrive, sia un drammaturgo o uno sceneggiatore, è spesso alla ricerca di buone idee. D’altronde le idee sono una delle principali risorse chiave per qualsiasi attività. Intorno ad esse s’imbastiscono una serie di progetti più o meno duraturi. Per questo anche io ne sono spesso alla ricerca e vi dedico più post possibili in questo blog.

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10 modi in cui il teatro può animare la vita di un piccolo centro

Immagine creata con DALL-E. Chiave di ricerca: “Una foto realistica di uno spettacolo teatrale con attori e spettatori in un centro storico di una piccola città d’Italia”.

In paese ci si conosce tutti. È questo l’adagio che di bocca in bocca si ripete perché rispecchia la realtà di un piccolo centro intorno ai mille o cinquemila o dieci o quindicimila abitanti, come nel caso di Oria, cittadina messapica che fa parte del mio destino di vita da tanti anni e che continuerà ad essere importante per me, anche se a breve dovessi trasferirmi altrove. In altri termini siamo di fronte ad una comunità, al netto delle divisioni più o meno apparenti e delle polemiche che a volte sorgono. Ci sono paesini in Toscana dove tutti gli abitanti o quasi si ritrovano in un grande spettacolo teatrale nel quale ognuno ha un ruolo o in scena o dietro le quinte. Il caso più noto è quello di Monticchiello, frazione del comune italiano di Pienza, nella provincia di Siena, dove da tanti anni gli abitanti hanno dato vita al Teatro Povero in cui il teatro popolare tradizionale toscano ha spazi e progetti anche durante tutto l’anno. È questo un modo straordinario per animare la vita di questo borgo, fare cultura attiva e dare un grande contributo al turismo.

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Il workshop di Giorgio Vignali per attori ad Oria

Foto di Lê Minh.

Dov’è il vero talento? In una qualche dote artistica più o meno sviluppata? In un qualcosa che sappiamo fare meglio di qualcun altro? In una capacità che tutti ci riconoscono e per la quale ci applaudono e riceviamo complimenti? La risposta è no. Il vero talento è nelle scelte che facciamo. E le migliori derivano dagli strumenti di cui si dispone. Più ne ho e più so usarli tanto più avrò possibilità di avere successo. Ecco perché il continuo apprendimento, la formazione costante, è ciò che ci fa crescere sempre di più come artisti. Specie quando ci si imbatte in qualcuno che è esperto in più discipline e che quindi ci può dare una visione più ampia sul mestiere che ci interessa.

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Il laboratorio teatrale come soluzione creativa ai problemi della città

Foto di cottonbro

C’è un approccio all’arte in generale e alle arti della scena che ha attraversato tutto il Novecento, dove è nato, è che è giunto ai giorni nostri. Si tratta di una realtà che da una parte è formativa per l’artista o aspirante tale, a livello teorico, e dall’altra gli permette di mettere le mani in pasta, di sperimentare soluzioni innovative e in contaminazione tra diversi linguaggi. Rispetto al corso istituzionale è un impegno più leggero perché non richiede dinamiche scolastiche di presenza per un certo numero di ore, ad esempio. Ma non per questo richiede meno impegno, soprattutto nell’esecuzione di esercizi che l’allievo nel suo interesse sviluppa per proprio conto o sul piano della ricerca di materiali, idee, ecc. Sto parlando dei laboratori di arti sceniche, la cui nascita si deve al più grande pedagogo di esse che è stato Stanislavskij.

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Il teatro che grida da tetti e balconi

Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio predicatelo sui tetti dice Gesù nel vangelo di Matteo. E i teatranti la loro voce la fanno sentire dai tetti, appunto, e dai balconi. Sono tanti gli artisti e i gruppi che hanno colonizzato questi spazi alla ricerca di nuovi modi per far incontrare attori e spettatori, complice la pandemia e la relativa gestione dei contatti tra le persone. Così Concita De Gregorio e Sandra Toffolatti a Roma hanno dato vita, ad esempio, a spettacoli sui tetti e nei cortili. E al Rione Sanità, a Napoli, invece i balconi popolari diventano teatri.

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