Il Grammelot del Vaccino

Ci risiamo! Abbiamo fatto la prima, la seconda, la terza dose e ora si parla della quarta. L’Italia, l’Europa, il mondo si è diviso tra no e si vax, tra chi si è pentito di non essersi vaccinato e chi il vaccino l’ha fatto ma poi avrebbe preferito di no, tra chi ha ascoltato Burioni ed è corso ai centri vaccinali e chi lo ha aspettato sotto casa per prenderlo a uova marce. Alcuni brutti ceffi poi volevano sorprendere Mario Draghi e altri stavano compilando liste di indirizzi. A un certo punto anche io, che il vaccino l’ho fatto, ho cominciato a camuffarmi con barba e capelli finti quando uscivo di casa. Insomma il vaccino torna di moda e io stamattina ho ripescato un mio audio in cui parlavo del vaccino in pieno delirio pandemico. Solo che non potevo esprimermi con chiarezza. Temevo il lancio di peperoni fritti e di melanzane sott’olio, che mi fanno venire proprio la nausea. E allora ho usato il grammelot, il linguaggio dei teatranti del medioevo che Dario Fo ha riportato alla ribalta. Non so se si capisce qualcosa. Ad ogni modo buon ascolto!

L’11 settembre e la nuova guerra fredda

Da giorni su riviste, quotidiani, programmi tv si parla dell’11 settembre e più che mai quest’anno per due motivi: siamo al ventennale ed è terminata la guerra iniziata dagli USA contro i Talebani in Afghanistan in un modo inaspettato e che ha lasciato perplessi, se non sotto shock, tutti. Mentre scrivo un po’ tutto il mondo dell’informazione si occupa con firme più o meno autorevoli, testimonianze e quant’altro sia dell’attentato di quel giorno sia del conflitto che ne conseguì. Quella data può essere consegnata alla storia perché segnò una svolta come era accaduto con il crollo del muro di Berlino il 9 Novembre 1989.

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Stiamo morendo di chiacchiere

E giù con lo stesso argomento, non mi ricordo più da quanto. Che poi più ne parli più c’è il rigetto. Quando, invece, bisogna esser seri e lavorare in silenzio. Invece ministri e governi fanno a gara a rilasciare dichiarazioni, di ora in ora. Questo è uno stillicidio quotidiano. Le parole a vanvera aumentano, ci sovrastano: ci sono tonnellate di merda sopra di noi. Ha ragione Alberto Zangrillo a dire:

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